Castrovillari calcio, liberatorie okay ma che fatica - Nonostante non ci sia l' ufficialita' dalle informazioni raccolte sembra che si sia trovato l' accordo con tutti i calciatori che lamentavano gli stipendi. Domani è l' ultimo giorno utile ed a occhio non appare una gran cosa da parte di chi gestisce la squadra averci messo mano solo in zona Cesarini per restare in tema calcistico. In realta' la questione dell' iscrizione all' ultimo minuto e' un' abitudine che finisce per stancare, con il rischio di aumentare il disamore per il Castrovillari calcio. E' normale che ci sara' la felicità dei tifosi domani quando l' iscrizione verra' ufficializzata in modo pomposo come chi sa quale obiettivo sia stato raggiunto ma la verità è che non si deve arrivare all' ultimo minuto perche' puo' succedere di tutto anche se hai pianificato alla perfezione ogni cosa. Così come sicuramente il DS Molino riuscirà ad allestire una buona compagine ma è qualcosa che arriva dopo che gli altri hanno gia' costruito e, al di là delle scarse disponibilità economiche non troverai il meglio sulla piazza. Gia' in passato abbiamo parlato di azionariato popolare, ma qualcuno ha inteso male su chi immaginiamo come soci. Per fare un esempio anzi due: Real Madrid e Barcellona vivono dell' azionariato popolare, ma è normale che l' ipotetico socio non è pinco pallino è un facoltoso. Ora è mai possibile che una città come Castrovillari non abbia cento facoltosi, quindi non migliaia come nel caso delle squadre spagnole prima nominate. Nessuno guarda al passato eppure ci sono stati presidenti che hanno portato risultati proprio coinvolgendo i soggetti che piu' hanno nella nostra comunità. La capacita' di coinvolgimento dipende da chi arriva, se un perfetto sconosciuto si mette al telefono per chiedere sponsorizzazioni se non gli ridono in faccia ci manca poco. Ma se una figura istituzionale invita imprenditori, titolari di attività commerciali privilegiate, professionisti privilegiati perche' i loro studi professionali sono limitati per legge e molto altro, su duecento inviti, al tavolo della ipotetica pizza sociale ne porterò almeno cinquanta e chi si siede sà che cosa è venuto a fare. E' un tentativo che non viene fatto dai tempi di Agostino Caligiuri, una strada che dovrebbe essere ripercorsa ci vuole solo serietà.

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