MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI: QUALE ACCOGLIENZA? SE NE E' PARLATO A TERRANOVA DA SIBARI et  at:  06/11/2017  

MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI: QUALE ACCOGLIENZA? SE NE E' PARLATO A TERRANOVA DA SIBARI - Nella cornice accogliente del palazzo De Rosis a Terranova da Sibari il 4 novembre, una data significativa in cui si celebrano le inutili morti di inutili guerre, a Terranova da Sibari si è svolta una serata di dibattito sul tema dell'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati. Al tavolo dei relatori Maurizio Alfano, coordinatore della consulta MSNA istituita presso l'ufficio del garante regionale per l'infanzia e per l'adolescenza, e don Pino Straface, direttore della Caritas diocesana di Rossano Cariati, coordinati da Antonia Romano, presidente dell'associazione Per un'Europa dei Popoli che ha organizzato l'evento. La serata si è focalizzata sull'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, per i quali il nostro parlamento ha emanato una legge importante, la legge Zampa, in cui si prevede l'istituzione di nuove figure a tutela dei diritti di questi ragazzi. La legge istituisce infatti la genitorialità sociale, una novità per la nostra legislazione, un importante passo in avanti in termini di civiltà. In relazione a questa nuova forma di genitorialità viene istituita la figura del tutor, una persona che, a titolo volontario, si fa carico di uno o più minori stranieri accolti in specifiche strutture, costituendo un ponte essenziale tra istituzioni di governo locale, servizi sociali locali e terzo settore impegnato nell'accoglienza. Alcuni punti fondamentali sono emersi dalla discussione. Innanzitutto la necessità di garantire diritti a minori in conformità con quanto prevedono la nostra Costituzione e la Convenzione Internazionale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza ratificata dal nostro paese. Accanto a ciò, o, meglio, perché ciò avvenga, occorre costruire cultura dell'accoglienza che sia finalizzata alla costruzione di nuove comunità meticce, nate dall'interazione positiva tra persone, indipendentemente dalla loro provenienza geografica o etnica. È emersa anche l'amara constatazione che ciò che si discrimina  non è chi ha un colore diverso in quanto tale, ma fondamentalmente chi è povero in un paese, il nostro, in cui piuttosto che dichiarare illegale la povertà e combatterla con strumenti adeguati, si preferisce dichiarare illegali i poveri, mantenendo in essere un  reato di clandestinità che è all'origine di molti mali e che è funzionale soprattutto alla malavita organizzata a cui fornisce manovalanza a basso costo e nuovi schiavi da sfruttare nel sistema consolidato del caporalato, se non giovani vittime di tratta da buttare a prostituirsi su strada. Occorre dunque proseguire sulla strada della costruzione di consapevolezza dello stato delle cose attraverso dialoghi e confronti alla pari, occorre fare rete tra istituzioni di governo locale, servizi sociali e terzo settore affinché si possano garantire accoglienza, tutela di diritti, inte(g)razione, uscendo dalle politiche dell'emergenza per affrontare il fenomeno delle migrazioni e dell'immigrazione nel nostro paese come un evento naturale per la nostra specie. Occorre investire molto sulla formazione delle nuove figure di tutor previste dalla legge Zampa per far si che la garanzia dei diritti dei minori sia a 360 gradi perché è chiaro che esiste un dovere laico all'accoglienza ma anche un bisogno di rispondere alla propaganda razzista di chi alimenta percezione di insicurezza con fatti concreti, finalizzati anche a evitare che tanti minori cadano, una volta raggiunta la maggiore età, nelle maglie delle reti criminali. Per fare ciò non si deve aver paura di contrastare e denunciare chi, operando nel settore dell'accoglienza, pur di trarre facile guadagno da ciò che potrebbe apparire un nuovo mercato, viola diritti fondamentali e non risponde a quanto la normativa richiede anche in termini di benessere individuale. Il cammino è lungo, è in salita, ma noi, con la nostra associazione, siamo in cammino pronte a fare cordata con chi vuole arrivare in cima in nome dell'umanità scegliendo senza ambiguità da che parte stare, al di qua o la di là del confine che separa umano da disumano. La Presidente  Antonia Romano

 

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