ARRESTATI DAI CARABINIERI DEL ROS E DEL COMANDO PROVINCIALE DI COSENZA I DUE PRESUNTI KILLER DI ANTONIO IANNICELLI, DELLA COMPAGNA MAROCCHINA TOUSS IBTISSAM, DI 25 ANNI, E DEL NIPOTINO NICOLA CAMPOLONGO, DI 3 ANNI - IL PICCOLO COCO' et  at:  12/10/2015  

Arrestati dai carabinieri del ROS e del Comando provinciale di Cosenza i due presunti killer di Antonio Iannicelli, della compagna marocchina Touss Ibtissam, di 25 anni, e del nipotino Nicola Campolongo, di 3 anni - il piccolo Coco', come tutti lo chiamavano - uccisi e bruciati in auto il 16 gennaio 2014 a Cassano all' Ionio. Si tratta di C. D., di 38 anni, e F. C. di 39 anni, entrambi gia' detenuti nel carcere di Castrovillari. Le indagini hanno messo in luce il movente dell' efferato omicidio - Non possiamo escludere che il bambino potesse conoscere gli assassini. Quanto accaduto è un'ulteriore cartina di tornasole della spietatezza di un'organizzazione criminale tanto arcaica quanto crudele, ma al tempo stesso proiettata al futuro, mossa da una fame di soldi e di potere che la porta a perseguire l'obiettivo ad ogni costo, fino a compiere i delitti più efferati -  cosi'  il generale Giuseppe Governale, comandante del Ros Carabinieri - Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, gli autori dell'efferato delitto frequentavano gli stessi ambienti di Iannicelli, da qui l'ipotesi che il nipotino li conoscesse bene e la decisione di non risparmiarlo all'atroce fine a cui era destinato il nonno. Dalle indagini emerge un rapporto tra Iannicelli e gli indagati su probabili questioni di denaro, la moneta sul cofano dell' auto bruciata e' un segnale che punta in questo senso, cosi' come le celle radio analizzate dal Ros sembrano incastrare i due sul luogo dove venne ritrovata l'auto bruciata con i corpi all'interno. Una efferata vicenda che non solo per una semplice questione di denaro e predominio,  e' costata la vita a 3 persone tra cui un bambino di 3 anni. Da quanto appurato dalle indagini, il Iannicelli era ormai diventato un pericolo anche per la cosca degli zingari per via di alcune voci circa un suo ruolo come collaboratore di giustizia.

 

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