HA PRESO IL VIA IL MINISTERO EPISCOPALE DI MONS. FRANCESCO SAVINO NELLA DIOCESI DI CASSANO ALL' JONIO et  at:  31/05/2015  

Ha preso il via  Ministero Episcopale di Mons. Francesco Savino nella Diocesi di Cassano all' Jonio - Charitas Christi urget nos Omelia di Inizio Ministero Episcopale di Mons. Francesco Savino nella Diocesi di Cassano all' Jonio Eccomi! Lo ripeto ancora una volta davanti a voi tutti, carissimi fedeli cristiani di Cassano all’Jonio. Ora sono qui con voi per rimettere tutta la mia vita nelle mani di Dio. Da questo momento vi invito a chiamarmi don Francesco. Sono tra voi come Pastore alla sequela di Gesù, il Pastore bello, sul passo degli ultimi. Ho con me il pastorale: non sono io a portarlo, è questo pastorale così bello che mi avete regalato a sostenermi, a guidarmi e a farmi sentire la mia intima unione con la Chiesa, con il Santo Padre Papa Francesco che chiede a noi tutti di pregare per lui. Qui con voi sono chiamato ad essere santo ed immacolato al cospetto di Dio e vostro, miei fratelli carissimi.  Non per i miei meriti, anzi se confrontati con le mie debolezze sono poca cosa, ma per la misericordia di Dio che mi avvolge. È una coincidenza speciale che proprio nel giorno in cui celebriamo la Santa Trinità io faccia il mio ingresso in diocesi. E dunque fissiamo lo sguardo sulla Trinità, e proveremo una spinta incontenibile ad uscire da noi stessi, a sentirci in relazione con il creato, con la storia passata e presente, con i nostri simili. Quando in me riconosco l’immagine di Dio Padre Creatore, sono in relazione con l’altro, immagine anche lui di Dio. La Trinità è dunque il mio progetto di vita condivisa con i fratelli. L’identità di ciascuno di noi è nell’incontro con l’altro che è sempre diverso da me. Nell’incontro con l’altro si realizza anche in me quel processo di Amore che esiste tra il Padre amante, il Figlio amato e lo Spirito Amore che li unisce. La Trinità è un mistero di amore in cui è chiara soltanto una cosa: Dio non è solitario, è una comunità di Amore. Cosa significa questo per me, per noi che contempliamo il mistero? Significa che Dio ci chiama ed essere come Lui, uomini e donne che si realizzano nella reciprocità di un dialogo vero che si fa comunionecondivisione. Ogni chiesa locale, ogni famiglia, ogni monastero, ogni comunità, ogni movimento, ogni persona, tutti, proprio tutti, siamo chiamati a divenire dimora e icona della Trinità. La Trinità ci provoca ad una revisione dei nostri rapporti interpersonali e a farci superare l’individualismo e il narcisismo che producono l’indifferenza.  Abbiamo bisogno di ritornare alla realtà dei volti! Il volto dell’altro è epifania del mio volto. Lo dico ai diaconi, ai consacrati, ai religiosi e alle religiose, a tutti i cari confratelli nel sacerdozio: cerchiamo di essere la bellezza della Trinità. Lo dico a tutto il popolo di Dio: gareggiamo nell’essere icona della Trinità. È possibile. Esiste una via da seguire, un metodo. Ascoltiamo le parole che Mosè rivolge al suo popolo e a noi oggi: “Sappi dunque oggi e medita bene nel tuo cuore che il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra: non ve n’è altro”. Impariamo a vigilare sulla tentazione di sempre: l’idolatria. Gli idoli ci seducono, promettendo facili “paradisi di piacere”, che una volta consumati, lasciano il sapore del vuoto. Il nulla, oggi attraente e da  molti preferito, si insinua sottilmente anche tra i credenti, tra noi, ed è devastante. Non assolutizziamo ciò che è umano: solo il Signore è assoluto. Lui è l’A e l’Ω! Abbiamo una grande consolazione e lo dice con forza San Paolo ai Romani, l’abbiamo sentito: lo Spirito ci attesta che siamo “figli di Dio”, “suoi eredi”. Siamo certi che il Battesimo ci innesta nella Persona di Gesù Salvatore! Lo Spirito Consolatore ce lo assicura Gesù stesso che ci ripete: “Sono con voi, tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Non lasciamoci rubare la speranza; la speranza è una Persona, un accadimento: Gesù Cristo che ci consegna un mandato:  «Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli» (Mt 28,19). Ecco il verbo che vorrei proporre alla diocesi di Cassano all’Jonio: “andare”. Noi esistiamo per andare a dire a tutti che il senso della vita è Gesù. La Chiesa esiste per evangelizzare! Bello il percorso che ho seguito nel mio ingresso qui a Cassano all’Jonio. Sono stato all’Hospice, centro di cure palliative, a visitare il santuario di Dio che è l’uomo che soffre di un male inguaribile. Gli ammalati sono tra i preferiti di Gesù. E poi ho incontrato i sacerdoti, i religiosi, le religiose e i fedeli presso il monumento dell’Immacolata. Ai piedi di Maria, la tutta bella, colei che ci indica la strada che porta a suo Figlio, e ci dice “fate tutto quello che Lui vi dirà” (Gv 2, 5) ho sentito lo  sguardo carezzevole di Maria e il suo abbraccio come un Figlio dalla sua mamma. Dopo sono stato accolto dal Sindaco e dalle autorità: un incontro all’insegna di una laicità positiva e di una sussidiarietà verticale che fa crescere il territorio e crea le condizioni di un’economia di comunione. Ringrazio tutte le autorità convenute per l’accoglienza che mi hanno rivolto. A Mons. Nunnari, Mons. Satriano, Mons. Oliva, Mons. Morosini ancora una volta la mia gratitudine per avermi fatto sentire già a casa! Commosso, saluto calorosamente gli amici della mia città che vedo numerosi, della diocesi di Bari-Bitonto che è qui rappresentata dal Vicario generale, don Mimì Ciavarella, dai sacerdoti, dai laici. E poi la comunità del Santuario dei Santi Medici di Bitonto. Siete in tanti! Grazie per la vicinanza che mi fate avvertire. A voi sarà sempre riservato un posto nel mio cuore. Voglio essere un Vescovo che si fa popolo seguendo il cammino già condiviso dai miei predecessori. Un saluto tutto speciale a don Nunzio, cui siete, siamo legati e riconoscenti. Vi ringrazio dell’affetto che mi avete già dimostrato: in don Ciccio Di Chiara, che ringrazio per lo straordinario lavoro svolto in questi mesi, abbraccio tutti, uno ad uno. Voglio vivere tra voi come cittadino di Cassano. Sogniamo insieme! Sognare è sperare in orizzonti ampi, in voli ardimentosi, e in progetti che disegnano il futuro con ampie possibilità per tutti. Lasciamoci guidare dallo Spirito che dice alla chiesa di Cassano “duc in altum”, “prendi il largo”. Questo nostro tempo ha bisogno di profezia; di testimonianza e di amore; di presenza e di servizio generoso. C’è bisogno urgente di cittadini e di cittadini cristiani che servano la comunità nella piena responsabilità di una cittadinanza attiva. Cerchiamo di essere Chiesa aperta e in uscita, “ospedale da campo” per tutti i feriti. Viviamo da cristiani appassionati di Gesù. È su Gesù, il Cristo, che vogliamo giocarci tutta la vita! L’Immacolata, i Santi Medici, San Biagio, San Nicola, San Francesco di Paola accompagnino il cammino che stasera iniziamo insieme nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Cattedrale di Cassano all’Jonio, 31 maggio 2015 ✠ Mons. Francesco Savino Vescovo di Cassano all’Jonio

 

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