ANCORA DATI NEGATIVI PER LA CALABRIA DAL RAPPORTO SVIMEZ SULL' ECONOMIA DEL MEZZOGIORNO 2014 et  at:  30/07/2014  

Ancora dati negativi per la Calabria dal rapporto Svimez sull' economia del Mezzogiorno 2014 le cui anticipazioni sono state presentate oggi ( 30 luglio 2014 ndr ) alla Camera dei deputati. Dati inclementi che purtroppo sembrano rappresentare l' inadeguatezza delle misure intraprese circa la ripartenza del comparto Sud d' Italia. Il divario di Pil pro capite Nord/Sud e' tornato indietro di dieci anni, in picchiata i consumi delle famiglie e gli investimenti, il numero di occupati nel 2013 e' sceso ai livelli del 1977. Nelle anticipazioni si descrive una terra a rischio desertificazione industriale e umana, dove si continua a emigrare, non fare figli e impoverirsi: in cinque anni le famiglie assolutamente povere sono aumentate di due volte e mezzo, da 443mila a 1 milione e 14mila nuclei. Nel periodo 2001-2013 l' Italia ha fatto peggio della Grecia. Dal 2001 al 2013 il tasso di crescita cumulato è stato del + 15% in Germania, +19% in Spagna, + 14,3% in Francia. In valori assoluti, a livello nazionale, il Pil è stato di 25.457 euro, risultante dalla media tra i 29.837 euro del Centro-Nord e i 16.888 del Mezzogiorno. Nel 2013 la regione più ricca è stata la Valle d’Aosta, con 34.442 euro, seguita dal Trentino Alto Adige ( 34.170 euro ), dalla Lombardia ( 33.055 ), l’Emilia Romagna (31.239 euro) e Lazio (29.379 euro). Nel Mezzogiorno la regione con il Pil pro capite più elevato è stata l’Abruzzo (21.845 euro). Seguono il Molise (19.374), la Sardegna (18.620), la Basilicata (17.006 euro), la Puglia (16.512), la Campania (16.291), la Sicilia (16.152). La regione più povera è la Calabria, con 15.989 euro. In modo piu' chiaro il divario tra la regione più ricca e la più povera è stato nel 2013 pari a 18.453 euro: in altri termini, un valdostano ha prodotto nel 2013 oltre 18mila euro in più di un calabrese. Una situazione sempre piu' drammatica anche perche' dal governo non arrivano segnali concreti se non quelli e lo diciamo ironicamente di cercare petrolio nel mare meno inquinato dalla penisola. Quanto alle misure di contrasto alla povertà, simulando l’effetto sulle famiglie povere dell’adozione del SIA, Sistema di Inclusione Attiva, attualmente allo studio di un gruppo di esperti presso il Ministero del Lavoro, il 47% dell’intervento sarebbe destinato alle famiglie del Mezzogiorno, a fronte di un costo di 2,6 miliardi di euro su 5,6 totali. Le famiglie con il capofamiglia disoccupato (circa il 37% del totale) otterrebbero circa 5.400 euro annui, 4.668 euro annue andrebbero a famiglie con il capofamiglia studente e 4.378 euro a famiglie con il capofamiglia lavoratore autonomo.

 

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