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Andrea Alfano

Il maestro ANDREA ALFANO


IL maestro Andrea Alfano in compagnia di Giuseppe Selvaggi


PITTAZZARO,1940,OLIO SU TELA, CM 55X43


AURORITRATTO SPIRITICO, ANNI 20, CARBONCINO E TEMPERA SU CARTA, CM 47,5X31,5


 

LIBERAMENTE TRATTO DA: CENTO PITTORI E UNA MODELLA DI GIUSEPPE SELVAGGI

CASTROVILLARI È LONTANO, IN CALABRIA, CIRCONDATA DA CINQUE ELEMENTI DI NATURA SENZA CUI QUESTO PAESE CHE STA DIVENENDO CITTÀ NON POTREBBE DURARE NEL RICORDO DI CHI L'HA VISTO ANCHE PER UNA SOLA SETTIMANA. UN ELEMENTO È IL DOLCEDORME, LA PIÙ PURA LINEA DI MONTAGNA CHE POSSA ESSERE IMMAGINATA SOTTO UN CIELO MERIDIONALE. SUL DOLCEDORME DI INVERNO LA NEVE È VIOLA. POI C'È IL COSCILE, FIUME A CUI AFFLUISCONO, DA UNA ROCCIA DI CAPELVENERE, LE SCARSE E ODOROSE ACQUE DELL'ACQUA PIANGENTE. TRA DOLCEDORME E COSCILE TUTTI RICORDANO LA MADONNA DEL RIPOSO, UNA COLLINA PIETROSA DA CUI SI VEDE IL MARE. DAL VERSANTE CHE PORTA AL MARE JONIO C'È LA ZONA DELLE VIGNE, PATRIA ESSENZIALE PER RISA E AMORI IN MESI D'ESTATE. E INFINE C'È CAMERATA, PIANURA DI GRANO E DI LAVORO GRANDE QUANTO TUTTO IL SOLE, QUANTO GLI OCCHI CHE LA GUARDANO, QUANTO UN DESIDERIO DI ABBRACCIARE.
QUESTE COSE C'ERANO ANCHE IL 6 APRILE DEL 1879, TEMPO IN CUI A CASTROVILLARI NACQUE ANDREA ALF ANO, PITTORE, DA RAGAZZO CHIAMATO, PER VOTO AL SANTO DI PAOLA, CICCIO OSSIA FRANCESCO ALFANO. IL DOLCEDORME NON SI È MAI MOSSO.
IL PICCOLO FRANCESCO ANDREA GIUNSE AL MONDO IN UNA CASA D'ANGOLO TRA DUE STRADE, AL PIANO DI TERRA. DALLA PORTA DI CASA L'ORIZZONTE DEL CIELO, GUARDANDO IN ALTO, ERA CREATO DALLA GEOMETRIA DEGLI SPAZI CON LE CASE DI FRONTE. UN DESTINO DI PITTORE MODERNO.
IL PRIMO DISEGNO CHE IMPRESSIONÒ SUA MAMMA E VICINI DI CASA È DURATO PER TUTTA L'OPERA DI ALFANO. È STATO COME UN LIEVITO IN CIÒ CHE FANTASIA E CUORE DI QUEL BIMBO HANNO POI PENSATO E CREATO DURANTE GLI ANNI DELLA VIRILE COSCIENZA D'ARTE. ERA MORTO IL NONNO, E IL NIPOTINO SUL VASO DA NOTTE DI COCCIO RUSTICO PER DOLOROSA VOCAZIONE NE DISEGNAVA COL CARBONE IL VOLTO SOMIGLIANTE. IL BAMBINO NON CAPIVA ANCORA LA MORTE ED ERA TANTO BIMBO DA SEGNARE IL PROPRIO DESTINO E LA NATURA DISPERATA DI QUESTO DESTINO E PERSINO LE CARATTERISTICHE VISIVE DI TUTTO IL PROPRIO AVVENIRE D'ARTE - MORTE E DECADENZA FISICA DEL CORPO - SU QUELL'OGGETTO CON CUI INGENUAMENTE I BIMBI GIUOCANO MA CHE RIFERITO E RICORDATO ADESSO SEMBRA UNA STRANA PARABOLA.
LA VOCAZIONE CONTINUÒ. NELLA PICCOLA CITTADINA CALABRESE NON C'ERANO TRACCE NÉ ILLUSTRI NÉ EGREGIE DI PITTURA TRANNE UNA DOLCE ICONA ALLA MADONNA DEL CASTELLO. LA VOCAZIONE CONTINUÒ SOLA, SUGLI ALBUM, SULLE CASE A PRESEPIO DEI PAESI VICINI, SUI CONTADINI DELLE VIGNE O DELLA CONFINANTE MORANO, SUI VECCHI E SUI CIECHI, SUI CIECHI E SUI VECCHI, SUL DOLORE, SEMPRE SUL DOLORE. QUANTA DISPERATA GIOIA DOVETTE ESSERE QUELLA GIOVINEZZA, QUALE CONTENUTA RISATA D'ORGOGLIO, CHE QUOTIDIANO BISOGNO DI PRENDERE A PUGNI IL MONDO, QUEL MONDO CHE CHIUDEVA ALFANO.
LA LIBERAZIONE ERA NECESSITÀ DI CONOSCERE, NECESSITÀ DI PARAGONARE SE STESSO AGLI ALTRI CHE TENTANO LA MEDESIMA STRADA. BISOGNAVA PURE ANDARE A SCUOLA NEI MUSEI DEI GRANDISSIMI DI CUI I NOMI IN PROVINCIA E LE ALLORA IMPERFETTE RIPRODUZIONI DELLE OPERE FACEVANO SOGNARE ABISSI DI ARDITEZZE SCONOSCIUTE. OGNI " VOCATO " SENTE LA FATALITÀ DI ASSIMILARE IL PASSATO PER SUPERARLO: INNALZARE IL VANGELO SULLA BIBBIA. E PER UN " CHIAMATO" COM'ERA ALFANO IN QUELL'ALBA DEL SECOLO NOVECENTO UNA LEZIONE DI MAESTRI NON ERA UN DONO DA AVERE TUTTO REGALATO E DA APPRENDERE SENZA GENIO E FATICA. UNA "LEZIONE " PER UN ARTISTA È RISVEGLIO DI COSE GIÀ IN NOI. È COME UN DIALETTO, SOPRATTUTTO AL SUO DIALETTO DA LONTANO TANTO AMATO SCRIVENDO NOSTALGICHE PAGINE DI POESIA IN CASTROVILLARESE. LA PICCOLA TELA ERA IL RITRATTO DI " PITT' 'AZZARU ".  " PETTO-DI-ACCIAIO " ORA È MORTO. PRIMA VENIVA ALLA PORTA DEL GIARDINO DEL CONVITTO E ASPETTAVA. NON HO MAI SAPUTO COSA ASPETTASSE; FORSE UNA PAROLA BUONA, FORSE PERSINO DI ESSERE PRESO SOTTO BRACCIO. MA LUI NON SAPEVA CHIEDERE, ANCHE PERCHÉ DALLA BOCCA SDENTATA E STORTA PER UNA PARALISI PAROLE E BAVA SI CONFONDEVANO. AVEVA GLI OCCHI DI UOMO BASTONATO. AVEVA GLI OCCHI DI UOMO CHE HA PERDONATO. AVEVA GLI OCCHI DI UOMO CHE HA DONATO. CERTO CHE, ADESSO, EGLI SI È SALVATO. POVERO " PETTO-DI-ACCIAIO ". ERA FORTE. SINO IN VECCHIAIA PORTAVA PER POCHISSIMA MONETA UN QUINTALE SULLE SPALLE. ERA PIÙ FORTE DELLA PIOGGIA CHE NON RIUSCIVA A BAGNARLO. ERA PIÙ FORTE DEI RICCHI CHE MORIVANO PRIMA DI LUI. ERA PIÙ FORTE DI NOI A CUI NON CHIEDEVA EPPURE AVEVA BISOGNO. SUL DORSO DI PELO BIANCO INDOSSAVA UNA CAMICIOLA E SOTTO LA CAMICIOLA - SULLE CARNI PATITE E PIETRIFICATE - UNA CORDICELLA E UN FILO DI FERRO FILATO CON APPESA UNA PICCOLA CROCE. ERA L'UOMO PIÙ SPORCO DI TUTTA LA CONTRADA. ERA L'UOMO CHE PIÙ FACEVA SCHIFO E CON CUI NON AVRESTE MANGIATO NELLA STESSA SCODELLA. CERTO CHE ADESSO EGLI È FELICE.
QUESTO ERA UN AMICO DI ALFANO. AMICO PERCHÉ EGLI LO HA DIPINTO NELLA SUA VERITÀ.
UN ALTRO " AMICO " DI QUELLA ANNATA FECONDA PER LA PITTURA DI ALFANO ERA " 'U PACCIU 'I SCHIFINU ". PURE LUI È VIVO PER ALFANO. GRIDAVA QUESTO VECCHIO AI BIMBI CHE LO CHIAMAVANO PAZZO: "VERMI DELLA TERRA ". LA MATTINA, PUNTUALMENTE OGNI MATTINO, EGLI SI ALZAVA QUANDO ANCORA ERA SCURO. E PIANO, MOMENTO PER MOMENTO, DALLA VALLATA DEL COSCILE EGLI CONCEDEVA LA LUCE AGLI UOMINI. ERA LUI, CON UN FIAMMIFERO, AD ACCENDERE LA " LANTERNA ", PER CUI SI FACEVA GIORNO. QUESTO È UN ALTRO MITO-AMICO INCONTRATO NON CASUALMENTE DA ANDREA ALFANO, MA CERCATO TRA LA FOLLA DEGLI INCONTRI.
IN QUEGLI ANNI, UNO E MEZZO O DUE, " DON ANDREA" DIPINSE COME IN DIECI ANNI. NELLA STORIA DELLA SUA VITA RIMANE UNA DELLE STAGIONI DI FELICITÀ. DIPINSE TELE DESTINATE AD ESSERE TRA LE SUE OPERE MIGLIORI. IL SUO "NERO ", DURATO FINO AL " LEOPARDI ", TRABOCCÒ IN ONDATE DI COLORE CHE SONO PITTURA PER PITTURA, CHE SONO GIOIA PER GIOIA, VERA VERISSIMA PITTURA. UN AUTORITRATTO CHE RIDE, UN AUTORITRATTO SU FONDO DI CIELO - ORA IN UNA COLLEZIONE A CATANZARO - E DECINE DI ALTRE TELE REGALATE O PERDUTE O CANCELLATE O CHIUSE IN CASSA DAL PITTORE SONO OPERE DI CUI NE RIPARLEREMO, CIOÈ NE RIPARLERANNO, TRA CENT'ANNI.
IN QUEL MOMENTO DELLA GIOVINEZZA, SENZA ACCORGERMENE, PER LE EVOCAZIONI E LA PITTURA STESSA DI ALFANO IMPARAI AD AMARE LA PITTURA, A SENTIRLA UN BISOGNO DEGLI OCCHI, UNA REGOLA DEL MONDO, UN VIAGGIO VERSO SCONFINATI PENSIERI. ALLORA, DOPO I TEMI DEL LICEO, SCRISSI PER ALFANO LA MIA PRIMA NOTA D'ARTE:
"VI SONO DEI MATTINI MIRACOLOSI IN CUI L'ANIMA SI CONFONDE CON LA FELICITÀ DELLA CARNE. UNA VERGINITÀ NUOVA - INCANTATA - INONDA IL SANGUE CHE, SOLAMENTE ALLORA, SENTIAMO VIVO; QUASI LO VEDIAMO RAMIFICARSI IN CORONE NUZIALI SOSPESE TRA L'ARCO CELESTE E IL CAVO DELLA TERRA, MESCOLARSI AI RAPIDI FIUMI SOLARI: FRESCA BANDIERA DELLA COMUNIONE: SANGUE ED ANIMA. È ALLORA CHE SI DIMENTICA DI ESISTERE, CHE IL CUORE NOSTRO SI FA CUORE DEL MONDO, CHE L'ANIMA CANTA E CREA, SORRIDENDO AL CIELO. PER QUELLO CHE CONOSCIAMO E PER QUELLO CHE NON CONOSCIAMO.
ANDREA ALFANO - PITTORE DI SILENZIOSE SINFONIE DEL BUIO - MI DICE DI UN'OPERA NUOVA. LA VIA APPIA SI PERDE E S'INTRECCIA CON L'ORIZZONTE. PIOVE UNA LUCE ASSORDANTE.
- ASCOLTAMI: DIPINGERÒ L'IGNOTO. GLI UOMINI CHE VANNO E NON SANNO DOVE: OLTRE L'IGNOTO. SONO NELL'OMBRA E UN CHIARORE CHE PARE UN FANTASMA NE SCOLPISCE I VOLTI. TUTTO SARÀ OSCURO. VEDI: VANNO E IL TRENO, IL TRENO NERO, PARE LANCIARLI DIETRO I CONFINI DEI CIELI. CHISSÀ.
LA SUA MANO EVOCA LA VISIONE SULLA TELA VASTA DEL SOLE CHE AD OGNI ISTANTE RICOLORA L'UMIDA CAMPAGNA. LA STRADA È BIANCA. TUTTO È LUCE: ANCHE L'OSCURO, ANCHE L'IGNOTO. ALFANO, CHE NEL "CONCERTO" HA RAGGIUNTO L'ANIMA DELLA MUSICA, FU GIÀ DETTO SUPERATORE (NELLA RICERCA DEL PROFONDO) DI ANTONIO MANCJNI: LO SI DISSE PURE IN FRATELLANZA STRETTA CON REMBRANDT.

ALFANO, INVECE, È SOLO. DEL MAESTRO A LUI PIU' PROSSIMO, MANCINI - IL D'ANNUNZIO DEI COLORI - HA NULLA: VI È LA NON LEGGERA DIFFERENZA CHE PASSA TRA IL SOLITARIO DEL VITTORIALE E GIOVANNI PASCOLI: UNA È LA VETTA, DUE ED OPPOSTE LE STRADE. MANCINI E D'ANNUNZIO STACCANO DAL SOLE MONTI DI LUCE E TRIONFANO, GODENDONE, DELLA CONQUISTA EBBRA; ALFANO E PASCOLI NE SCAVANO UN GRANO E GUARDANO DENTRO IL SOLE: E SI MARTORIANO PER QUELLO CHE NON PUÒ SCORGERSI. SONO, QUEST'ULTIMI, AVIDI DI FUTURO: FORSE PER QUESTO LA RIVELAZIONE INTERA DELL'OPERA LORO SARÀ POSTUMA. NON È FORSE L'ARTE L'ANNUNZIO DELL'AVVENIRE E LA VITA DEL PASSATO VISTI CON LO SGUARDO DELLA PERENNITÀ?
REMBRANDT: SPIRITO NORDICO FASCIATO D'OMBRA: FIGLIO DEL BUIO È UN CERCATORE DI LUCE. AVIDAMENTE, CON GESTO GIGANTE, NE STRAPPA AL GIORNO INTRAVISTO PER FARNE DONO VIOLENTO ALLA PROPRIA NOTTE. ALFANO: CUORE MEDITERRANEO FATTO DI CHIARITÀ: FIGLIO DELLA LUCE È UN ASSETATO DI BUIO. EGLI LO CHIEDE AL MISTERO DEI VOLTI UMANI E NE FA UN MARE D'OMBRA NEL SUO MARE DI SOLE.
REMBRANDT ED ALF ANO POSSONO PURE AFFRATELLARSI, MA PER MADRE CONTRARIA. IL FUTURO BIOGRAFO DI ALFANO, CHE DOVRÀ NECESSARIAMENTE ESSERE TENACE COLLEZIONISTA DI BIZZARRIE, TROVERÀ UN FILO SEGRETO CHE UNISCE QUESTO MACIGNO CALABRESE - RICCO DI CERTE ELEMENTARI MOLLEZZE LEVANTINE - AD ALTRI CREATORI DI MODERNITÀ: BAUDELAIRE, PER ESEMPIO. COME IO CREDO CHE BEETHOVEN AVREBBE DATO LA SUA PIU' OSCURA SINFONIA A CHI, COMPRENDENDO, GLI DONAVA QUEL "CONCERTO ", IL QUADRO DI ALFANO DOVE LA CARNE DEGLI UOMINI SI È CONFUSA CON L'ONDA DI MUSICA NATA DALLE DITA TRASPARENTI. È PUR CERTO CHE FRATE FRANCESCO DI PAOLA AVREBBE ACCOLTO SORRIDENDO, PRIMO ED ULTIMO TRA I SUOI MINIMI, IL SUO CONTERRANEO UMILE E SUPERBO, CASTO E SENSUALE, IN LOTTA CONTINUA TRA LA LUCE CH'È SUA ED IL BUIO CHE LO TENTA. L'ARTE DI ALFANO VIVRÀ DI UNA VITA TUTTA SUA. LA "NOVITÀ ", LO "SCONOSCIUTO" CHE LE SCUOLE HANNO TENTATO STRAPPARE AL SECOLO DELLA MACCHINA SONO REALTÀ IN QUESTO PITTORE ANTISCOLASTICO, QUESTO POSTUMO IN AVANGUARDIA ".
ALFANO MI SEMBRAVA FELICE. AVEVA IL DIRITTO DI ESSERE FELICE. INVECE, POI MI ACCORSI, VASTE NUBI, GROSSI RANCORI, UN MONDO DI GIORNI PERDUTI OSCURAVANO LA SUA CALMA.
LA PIU' GRANDE TRANQUILLITÀ, FORSE, È QUELLA DI FARE DEL PROPRIO CUORE UNA GOCCIA DEL MONDO. CHI GIUNGERÀ A QUESTA GRAZIA? CHI E COSA AVEVANO FERITO ALFANO NEI PRIMI QUARANT'ANNI DI COMBATTUTA VITA ROMANA? QUALCOSA ERA AVVENUTO, DOPO LA STUDENTESCA PARTENZA ALL'ALBA DEL NOVECENTO.
ROMA ARTISTICA VERSO LA PRIMA GUERRA MONDIALE SI SVILUPPAVA INTORNO ALLE COLONNE, GLORIOSO PORTICO, DELLA TRADIZIONE ITALIANA MATURATA NELLA SECONDA METÀ DELL'OTTOCENTO IN PITTORI E SCULTORI DI SANA E CHIARA POTENZA CREATIVA. LE CORRENTI DI CRITICA D'ARTE CHE NON RIESCONO A GUARDARE E A SCOPRIRE TUTTO IL MONDO IN UNO SPICCHIO DEL MONDO, ANCHE LORO SPICCHIO PATRIO, HANNO DEFINITO QUEL LIMPIDO STUOLO DI PITTORI COME LA " PROVINCIA D'ITALIA ". DIFENDERE QUESTA PROVINCIA, PER CERTI FIGLI STESSI DI QUESTO GRAN CEPPO ITALIANO, SIGNIFICA OGGI CULTURA IGNORANTE. MA - CONTRO LA POCA SE NON MALA FEDE DI TALI CORRENTI - POSSIAMO RISPONDERE CHE PUR TENENDO IN CAPO AL LETTO, COME IO TENGO, " LA CAROVANA " DI VINCENT VAN GOGH SI DEVE RICONOSCERE UNA UGUALE VALIDITÀ, PER I FINI PERENNI DELL'ARTE TRA TUTTI GLI UOMINI, ALLE OPERE RAGGIUNTE E COMPIUTE DA QUESTA PROVINCIA-MONDO.
ANDREA ALFANO SI SCONTRÒ IN QUESTO DRAMMA, SE NE CARICÒ LE SPALLE E LE SPERANZE. DECISE IN CUORE CHE SI DOVEVA FARE A MENO DI RECARSI OLTRE LE ALPI. CHE IL PORTICO DOVEVA CONTINUARE CON PURE PIETRE INDIGENE. CHE BISOGNAVA IGNORARE LA SUPREMA LEZIONE DI COLORE E DI DIVISIONI SPAZIALI DETTATA DAI MAESTRI CONVENUTI IN FRANCIA NELL'OTTOCENTO. DI QUESTO DRAMMATICO DISSIDIO EGLI EBBE CONTINUA COSCIENZA. QUANDO GLI ATTUALI RIPRODUTTORI DELLA NON ASSIMILATA LEZIONE DATA AL MONDO DA QUEL SANTO GRUPPO DI EUROPEI CONVENUTI A PARIGI, QUANDO QUESTA TARDIVA AVANGUARDIA NON ERA NATA O - PUR SAPENDO DELL'ESISTENZA DI CÈZANNE E DEGLI ALTRI APOSTOLI - GODEVA E OBBEDIVA AL NOSTRANO NOVECENTISMO DI STATO, QUEST'UOMO ALFANO IN SILENZIO VIVEVA IL SUO DRAMMA CONSAPEVOLMENTE RINUNCIANDO AL MESSAGGIO DI OLTRALPE. I SUOI COETANEI ITALIANI, ESCLUSA L'ESPERIENZA DI DE CHIRICO CHE NEL MOMENTO METAFISICO INTENZIONALMENTE VOLLE PARTIRE DALLA FRANCIA MATERNAMENTE COSMOPOLITA, NON HANNO AGGIUNTO ALCUNA PAROLA INNOVATRICE ALLA LINEA TRADIZIONALE DELLA NOSTRA PITTURA. ALFANO INVECE HA TENTATO IN MEZZO SECOLO DI LAVORO DI AGGIUNGERE QUALCOSA ALL'AVVENIRE DELL'ARTE ITALIANA. E, PER CHIARIRE IL DISCORSO, È NECESSARIO DIFFERENZIARE QUESTA STORIA DI UN UOMO E DI UN ARTISTA DALLE PARALLELE CRONACHE DEI MAESTRI D'ACCADEMIA VIVENTI NELLA STESSA GENERAZIONE.
IL DRAMMA, IN QUARANTA E PIU' ANNI, EBBE GIORNI, ANNI DI SCONFORTO E DI CRUDELTÀ. LE TRACCE SONO NEI QUADRI DI QUESTA LUNGA OPERA COSTRETTA AD UN SOLENNE MONOLOGO CON LA PROPRIA COSCIENZA, FIGURATIVAMENTE CON LA PROPRIA IMMAGINE. È COSI' SPIEGATA LA LUNGA LINEA, FORSE CENTINAIA, DI TORMENTATI AUTORITRATTI. MEZZO SECOLO DI CONFESSIONE, DI SCOPERTA DI SE MEDESIMO.
IN MOMENTI EGLI EBBE LA TENTAZIONE DELLA PAROLA COME FATTO D'ARTE. PENSÒ ED ATTUÒ LA POESIA COME UNA PRECISAZIONE DELLE PROPRIE VISIONI. È UN FUOCO CHIUSO CHE IN QUEI GIORNI DI CALICE AMARO DUBITA DELLE PROPRIE FIAMME E SI CHIUDE ANCORA INNALZANDO FINO ALLO SPASIMO DI UN'AUTOCROCIFISSIONE LA VOLONTÀ DI ESPRIMERSI, DI CREARE. IL DUBBIO, FENOMENO DI PENSIERO, NELLA FERREA TEMPRA E NELLA PREPARAZIONE RAGIONANTE DI ALFANO ACCENTUA LA PAURA DELLA MORTE PERCHÉ QUESTA TOGLIE ALL'OPERA POSSIBILITÀ DI COMPLETARSI. CON RICHIAMI CHE RICORDANO CERTE CORALI MONOTONIE DI DOSTOJEVSKI O DI BEETHOVEN - FORSE CON SOPRAVVENTO SULLA PITTURA COME PITTURA - L'OPERA DI ALFANO SI ALLINEA IN ANGOSCIOSI INNI ALLA MORTE, PERCHÉ QUESTA, CHE VIENE, NON VENGA. PERSINO TANTI RITRATTI DI GIOVANI DONNE HANNO NELLA BOCCA QUESTA PREGHIERA ALLA MORTE.
DOPO FU ANCORA GIORNO: IL RITORNO ALLA PICCOLA PATRIA, GLI AUTORITRATTI SU FONDI LUMINOSI, UNA RISCOPERTA DI SE STESSO E DEI PROPRI MEZZI PITTORICI. MI SCRISSE DA CATANZARO, IN UNO DEI SUOI VIAGGI CALABRESI NEL 1941-42: " PARTO. OH AZZURRITÀ DELLA MIA LIBERAZIONE! "
SI CONCLUSE TUTTO UN SOGNO DI PITTURA IN PICCOLI SPAZI DI TELA RIEMPITI DI INFINITO, DI COLORE, DI CANTI, DI PITTURA, SOLO PITTURA.
E NACQUE IN CALABRIA QUESTA LIETA VERITÀ.
PER ALF ANO L'AVVENIRE DIRÀ DEFINITIVAMENTE, MA FIN DA ADESSO NON SBAGLIAMO CONSTATANDO QUEL BRIVIDO DI FATTO NUOVO CHE LA PRODUZIONE DELLA SUA MATURITÀ TRASMETTE A CHI, CON SENTIMENTO DI GRAZIA E DI BUONA FEDE, SI AVVICINA A QUELLE SUE FIGURE UMANE RICAVATE DA UN DANNATO E, PER IL SUO SACRIFICIO D'ARTISTA, REDENTO MONDO D'ANIME, A CERTI SUOI BRANI DI PAESAGGIO DOVE MARE E NUVOLE E MONTAGNE DIVENTANO VIAGGI VERSO " L'AZZURRITÀ DELLA LIBERAZIONE ". LA SALDA PERSONALITÀ DI ALFANO SI AVVANTAGGIA PROPRIO DI QUESTA AZIONE DI SCAVO NELLA PSICOLOGIA UMANA E DELLA VIOLENZA DI FANTASMI SULLA REALTÀ DEL PAESAGGIO.
MA PUÒ COESISTERE UNA PITTURA D'ANIME INSIEME ALLA CONTEMPORANEA PITTURA COLORE SOLO COLORE? SI DEVE RISPONDERE DI SI PERCHÉ INFINITE SONO LE VIE DELL'ARTE, E NON GIUDICABILI PRIMA DELLE ULTIME CONCLUSIONI.
QUESTA È LA VITA DEL PITTORE ANDREA ALFANO.
IL RACCONTO DI QUESTA VITA RIVENDICA UNA POSIZIONE DI EROISMO. IL RESTO A DOMANI. QUANDO SARANNO RACCOLTE LE GOCCE DEL MONDO.
DA ANDREA ALFANO DI CIPRIANO E. OPPO E GIUSEPPE SELVAGGI. EDIZIONI ESA, ROMA 1950. (NELLO SCRITTO È INSERITA UNA NOTA GIÀ IN SUD, COSENZA, 19 GIUGNO 1944).


 

Andrea Alfano nacque a Castrovillari il 6 aprile del 1879 e morì a Roma il 9 settembre del 1967, fu pittore e poeta, da ricordare a tal proposito le raccolte: Solitudini, Sillaba eterna, Pars parva. Le sue opere sono conservate presso la Pinacoteca omonima sita nel Protoconvento Francescano ( Castrovillari ), la raccolta si compone di 134 opere ( tele, disegni e sculture ) che vennero donate al comune di Castrovillari dalla vedova, più altri pezzi acquisiti. Numerosi furono i riconoscimenti che Andrea Alfano ebbe in vita, fu amico tra l' altro di Michele Bianchi quadrunviro fascista suo grande estimatore, non aderì mai al regime, la regina Elena di Savoia posò per lui in Quirinale. Della sua arte si è giustamente detto molto, mi limito pertanto a riportarne solo alcune...: Nei primi anni del Novecento la Calabria si inserisce con tutte le sue manifestazioni artistiche nel quadro internazionale. Così commenta nel volume «Andrea Alfano. 1879-1967»  lo storico  Vittorio Cappelli: «Nel Mezzogiorno, e in particolare in Calabria, questa spinta al cambiamento è resa manifesta da un fenomeno di mobilità di portata epocale: l’emigrazione transoceanica di massa, scuote l’uniformità sociologica e culturale del Sud rurale e si accompagna a un fenomeno di accentuata mobilità degli stessi intellettuali, i quali partecipano all’avventura migratoria nelle Americhe. (...) Alfano, seguendo un suo personale percorso, dà una lettura intensa dell’universo calabrese, che bandisce ogni forma di verismo oleografico e, con un personale scavo psicologico, manifesta nella sua pittura una tensione spirituale di tipo espressionistico, che nulla ha a che fare con la retorica ruralista del fascismo e tanto meno con gli stereotipi tardoromantici.» Ma chi è Andrea Alfano? «La pittura di Andrea Alfano – scrive Enrico  Crispolti - occorre situarla, come del resto accade appunto per il lavoro di qualsiasi altro artista, né certamente soltanto contemporaneo. E tuttavia paradossalmente per situare correttamente la personalità creativa di Alfano è necessario anzitutto rendersi conto della necessità preliminare di situarla sì tuttavia sostanzialmente di fatto decontestualizzandola. Come dire svincolandola da una specifica pertinenza di situazione; pur essendo stato il suo percorso, culturale quanto esistenziale, effettivamente molto lineare nel passaggio dalla Calabria a Roma. E dunque situandola, la personalità di Alfano, sostanzialmente svincolata rispetto all’ambiente artistico romano, almeno nella dinamica evolutiva vissuta da questo lungo oltre mezzo secolo, fra l’ultimo decennio del XIX e la prima metà del XX.» Opere