Il maestro ANDREA ALFANO
IL maestro Andrea Alfano in compagnia di
Giuseppe Selvaggi
PITTAZZARO,1940,OLIO SU TELA, CM 55X43
AURORITRATTO SPIRITICO, ANNI 20, CARBONCINO E
TEMPERA SU CARTA, CM 47,5X31,5
|
LIBERAMENTE TRATTO DA:
CENTO PITTORI E UNA MODELLA DI GIUSEPPE SELVAGGI
CASTROVILLARI È LONTANO, IN CALABRIA,
CIRCONDATA DA CINQUE ELEMENTI DI NATURA SENZA CUI QUESTO PAESE CHE STA
DIVENENDO CITTÀ NON POTREBBE DURARE NEL RICORDO DI CHI L'HA VISTO ANCHE PER
UNA SOLA SETTIMANA. UN ELEMENTO È IL DOLCEDORME, LA PIÙ PURA LINEA DI
MONTAGNA CHE POSSA ESSERE IMMAGINATA SOTTO UN CIELO MERIDIONALE. SUL
DOLCEDORME DI INVERNO LA NEVE È VIOLA. POI C'È IL COSCILE, FIUME A CUI
AFFLUISCONO, DA UNA ROCCIA DI CAPELVENERE, LE SCARSE E ODOROSE ACQUE
DELL'ACQUA PIANGENTE. TRA DOLCEDORME E COSCILE TUTTI RICORDANO LA MADONNA
DEL RIPOSO, UNA COLLINA PIETROSA DA CUI SI VEDE IL MARE. DAL VERSANTE CHE
PORTA AL MARE JONIO C'È LA ZONA DELLE VIGNE, PATRIA ESSENZIALE PER RISA E
AMORI IN MESI D'ESTATE. E INFINE C'È CAMERATA, PIANURA DI GRANO E DI LAVORO
GRANDE QUANTO TUTTO IL SOLE, QUANTO GLI OCCHI CHE LA GUARDANO, QUANTO UN
DESIDERIO DI ABBRACCIARE.
QUESTE COSE C'ERANO ANCHE IL 6 APRILE DEL 1879, TEMPO IN CUI A CASTROVILLARI
NACQUE ANDREA ALF ANO, PITTORE, DA RAGAZZO CHIAMATO, PER VOTO AL SANTO DI
PAOLA, CICCIO OSSIA FRANCESCO ALFANO. IL DOLCEDORME NON SI È MAI MOSSO.
IL PICCOLO FRANCESCO ANDREA GIUNSE AL MONDO IN UNA CASA D'ANGOLO TRA DUE
STRADE, AL PIANO DI TERRA. DALLA PORTA DI CASA L'ORIZZONTE DEL CIELO,
GUARDANDO IN ALTO, ERA CREATO DALLA GEOMETRIA DEGLI SPAZI CON LE CASE DI
FRONTE. UN DESTINO DI PITTORE MODERNO.
IL PRIMO DISEGNO CHE IMPRESSIONÒ SUA MAMMA E VICINI DI CASA È DURATO PER
TUTTA L'OPERA DI ALFANO. È STATO COME UN LIEVITO IN CIÒ CHE FANTASIA E CUORE
DI QUEL BIMBO HANNO POI PENSATO E CREATO DURANTE GLI ANNI DELLA VIRILE
COSCIENZA D'ARTE. ERA MORTO IL NONNO, E IL NIPOTINO SUL VASO DA NOTTE DI
COCCIO RUSTICO PER DOLOROSA VOCAZIONE NE DISEGNAVA COL CARBONE IL VOLTO
SOMIGLIANTE. IL BAMBINO NON CAPIVA ANCORA LA MORTE ED ERA TANTO BIMBO DA
SEGNARE IL PROPRIO DESTINO E LA NATURA DISPERATA DI QUESTO DESTINO E PERSINO
LE CARATTERISTICHE VISIVE DI TUTTO IL PROPRIO AVVENIRE D'ARTE - MORTE E
DECADENZA FISICA DEL CORPO - SU QUELL'OGGETTO CON CUI INGENUAMENTE I BIMBI
GIUOCANO MA CHE RIFERITO E RICORDATO ADESSO SEMBRA UNA STRANA PARABOLA.
LA VOCAZIONE CONTINUÒ. NELLA PICCOLA CITTADINA CALABRESE NON C'ERANO TRACCE
NÉ ILLUSTRI NÉ EGREGIE DI PITTURA TRANNE UNA DOLCE ICONA ALLA MADONNA DEL
CASTELLO. LA VOCAZIONE CONTINUÒ SOLA, SUGLI ALBUM, SULLE CASE A PRESEPIO DEI
PAESI VICINI, SUI CONTADINI DELLE VIGNE O DELLA CONFINANTE MORANO, SUI
VECCHI E SUI CIECHI, SUI CIECHI E SUI VECCHI, SUL DOLORE, SEMPRE SUL DOLORE.
QUANTA DISPERATA GIOIA DOVETTE ESSERE QUELLA GIOVINEZZA, QUALE CONTENUTA
RISATA D'ORGOGLIO, CHE QUOTIDIANO BISOGNO DI PRENDERE A PUGNI IL MONDO, QUEL
MONDO CHE CHIUDEVA ALFANO.
LA LIBERAZIONE ERA NECESSITÀ DI CONOSCERE, NECESSITÀ DI PARAGONARE SE STESSO
AGLI ALTRI CHE TENTANO LA MEDESIMA STRADA. BISOGNAVA PURE ANDARE A SCUOLA
NEI MUSEI DEI GRANDISSIMI DI CUI I NOMI IN PROVINCIA E LE ALLORA IMPERFETTE
RIPRODUZIONI DELLE OPERE FACEVANO SOGNARE ABISSI DI ARDITEZZE SCONOSCIUTE.
OGNI " VOCATO " SENTE LA FATALITÀ DI ASSIMILARE IL PASSATO PER SUPERARLO:
INNALZARE IL VANGELO SULLA BIBBIA. E PER UN " CHIAMATO" COM'ERA ALFANO IN
QUELL'ALBA DEL SECOLO NOVECENTO UNA LEZIONE DI MAESTRI NON ERA UN DONO DA
AVERE TUTTO REGALATO E DA APPRENDERE SENZA GENIO E FATICA. UNA "LEZIONE "
PER UN ARTISTA È RISVEGLIO DI COSE GIÀ IN NOI. È COME UN DIALETTO,
SOPRATTUTTO AL SUO DIALETTO DA LONTANO TANTO AMATO SCRIVENDO NOSTALGICHE
PAGINE DI POESIA IN CASTROVILLARESE. LA PICCOLA TELA ERA IL RITRATTO DI "
PITT' 'AZZARU ". " PETTO-DI-ACCIAIO " ORA È MORTO. PRIMA VENIVA ALLA PORTA
DEL GIARDINO DEL CONVITTO E ASPETTAVA. NON HO MAI SAPUTO COSA ASPETTASSE;
FORSE UNA PAROLA BUONA, FORSE PERSINO DI ESSERE PRESO SOTTO BRACCIO. MA LUI
NON SAPEVA CHIEDERE, ANCHE PERCHÉ DALLA BOCCA SDENTATA E STORTA PER UNA
PARALISI PAROLE E BAVA SI CONFONDEVANO. AVEVA GLI OCCHI DI UOMO BASTONATO.
AVEVA GLI OCCHI DI UOMO CHE HA PERDONATO. AVEVA GLI OCCHI DI UOMO CHE HA
DONATO. CERTO CHE, ADESSO, EGLI SI È SALVATO. POVERO " PETTO-DI-ACCIAIO ".
ERA FORTE. SINO IN VECCHIAIA PORTAVA PER POCHISSIMA MONETA UN QUINTALE SULLE
SPALLE. ERA PIÙ FORTE DELLA PIOGGIA CHE NON RIUSCIVA A BAGNARLO. ERA PIÙ
FORTE DEI RICCHI CHE MORIVANO PRIMA DI LUI. ERA PIÙ FORTE DI NOI A CUI NON
CHIEDEVA EPPURE AVEVA BISOGNO. SUL DORSO DI PELO BIANCO INDOSSAVA UNA
CAMICIOLA E SOTTO LA CAMICIOLA - SULLE CARNI PATITE E PIETRIFICATE - UNA
CORDICELLA E UN FILO DI FERRO FILATO CON APPESA UNA PICCOLA CROCE. ERA
L'UOMO PIÙ SPORCO DI TUTTA LA CONTRADA. ERA L'UOMO CHE PIÙ FACEVA SCHIFO E
CON CUI NON AVRESTE MANGIATO NELLA STESSA SCODELLA. CERTO CHE ADESSO EGLI È
FELICE.
QUESTO ERA UN AMICO DI ALFANO. AMICO PERCHÉ EGLI LO HA DIPINTO NELLA SUA
VERITÀ.
UN ALTRO " AMICO " DI QUELLA ANNATA FECONDA PER LA PITTURA DI ALFANO ERA "
'U PACCIU 'I SCHIFINU ". PURE LUI È VIVO PER ALFANO. GRIDAVA QUESTO VECCHIO
AI BIMBI CHE LO CHIAMAVANO PAZZO: "VERMI DELLA TERRA ". LA MATTINA,
PUNTUALMENTE OGNI MATTINO, EGLI SI ALZAVA QUANDO ANCORA ERA SCURO. E PIANO,
MOMENTO PER MOMENTO, DALLA VALLATA DEL COSCILE EGLI CONCEDEVA LA LUCE AGLI
UOMINI. ERA LUI, CON UN FIAMMIFERO, AD ACCENDERE LA " LANTERNA ", PER CUI SI
FACEVA GIORNO. QUESTO È UN ALTRO MITO-AMICO INCONTRATO NON CASUALMENTE DA
ANDREA ALFANO, MA CERCATO TRA LA FOLLA DEGLI INCONTRI.
IN QUEGLI ANNI, UNO E MEZZO O DUE, " DON ANDREA" DIPINSE COME IN DIECI ANNI.
NELLA STORIA DELLA SUA VITA RIMANE UNA DELLE STAGIONI DI FELICITÀ. DIPINSE
TELE DESTINATE AD ESSERE TRA LE SUE OPERE MIGLIORI. IL SUO "NERO ", DURATO
FINO AL " LEOPARDI ", TRABOCCÒ IN ONDATE DI COLORE CHE SONO PITTURA PER
PITTURA, CHE SONO GIOIA PER GIOIA, VERA VERISSIMA PITTURA. UN AUTORITRATTO
CHE RIDE, UN AUTORITRATTO SU FONDO DI CIELO - ORA IN UNA COLLEZIONE A
CATANZARO - E DECINE DI ALTRE TELE REGALATE O PERDUTE O CANCELLATE O CHIUSE
IN CASSA DAL PITTORE SONO OPERE DI CUI NE RIPARLEREMO, CIOÈ NE RIPARLERANNO,
TRA CENT'ANNI.
IN QUEL MOMENTO DELLA GIOVINEZZA, SENZA ACCORGERMENE, PER LE EVOCAZIONI E LA
PITTURA STESSA DI ALFANO IMPARAI AD AMARE LA PITTURA, A SENTIRLA UN BISOGNO
DEGLI OCCHI, UNA REGOLA DEL MONDO, UN VIAGGIO VERSO SCONFINATI PENSIERI.
ALLORA, DOPO I TEMI DEL LICEO, SCRISSI PER ALFANO LA MIA PRIMA NOTA D'ARTE:
"VI SONO DEI MATTINI MIRACOLOSI IN CUI L'ANIMA SI CONFONDE CON LA FELICITÀ
DELLA CARNE. UNA VERGINITÀ NUOVA - INCANTATA - INONDA IL SANGUE CHE,
SOLAMENTE ALLORA, SENTIAMO VIVO; QUASI LO VEDIAMO RAMIFICARSI IN CORONE
NUZIALI SOSPESE TRA L'ARCO CELESTE E IL CAVO DELLA TERRA, MESCOLARSI AI
RAPIDI FIUMI SOLARI: FRESCA BANDIERA DELLA COMUNIONE: SANGUE ED ANIMA. È
ALLORA CHE SI DIMENTICA DI ESISTERE, CHE IL CUORE NOSTRO SI FA CUORE DEL
MONDO, CHE L'ANIMA CANTA E CREA, SORRIDENDO AL CIELO. PER QUELLO CHE
CONOSCIAMO E PER QUELLO CHE NON CONOSCIAMO.
ANDREA ALFANO - PITTORE DI SILENZIOSE SINFONIE DEL BUIO - MI DICE DI
UN'OPERA NUOVA. LA VIA APPIA SI PERDE E S'INTRECCIA CON L'ORIZZONTE. PIOVE
UNA LUCE ASSORDANTE.
- ASCOLTAMI: DIPINGERÒ L'IGNOTO. GLI UOMINI CHE VANNO E NON SANNO DOVE:
OLTRE L'IGNOTO. SONO NELL'OMBRA E UN CHIARORE CHE PARE UN FANTASMA NE
SCOLPISCE I VOLTI. TUTTO SARÀ OSCURO. VEDI: VANNO E IL TRENO, IL TRENO NERO,
PARE LANCIARLI DIETRO I CONFINI DEI CIELI. CHISSÀ.
LA SUA MANO EVOCA LA VISIONE SULLA TELA VASTA DEL SOLE CHE AD OGNI ISTANTE
RICOLORA L'UMIDA CAMPAGNA. LA STRADA È BIANCA. TUTTO È LUCE: ANCHE L'OSCURO,
ANCHE L'IGNOTO. ALFANO, CHE NEL "CONCERTO" HA RAGGIUNTO L'ANIMA DELLA
MUSICA, FU GIÀ DETTO SUPERATORE (NELLA RICERCA DEL PROFONDO) DI ANTONIO
MANCJNI: LO SI DISSE PURE IN FRATELLANZA STRETTA CON REMBRANDT.
ALFANO, INVECE, È SOLO. DEL MAESTRO A LUI
PIU' PROSSIMO, MANCINI - IL D'ANNUNZIO DEI COLORI - HA NULLA: VI È LA NON
LEGGERA DIFFERENZA CHE PASSA TRA IL SOLITARIO DEL VITTORIALE E GIOVANNI
PASCOLI: UNA È LA VETTA, DUE ED OPPOSTE LE STRADE. MANCINI E D'ANNUNZIO
STACCANO DAL SOLE MONTI DI LUCE E TRIONFANO, GODENDONE, DELLA CONQUISTA
EBBRA; ALFANO E PASCOLI NE SCAVANO UN GRANO E GUARDANO DENTRO IL SOLE: E SI
MARTORIANO PER QUELLO CHE NON PUÒ SCORGERSI. SONO, QUEST'ULTIMI, AVIDI DI
FUTURO: FORSE PER QUESTO LA RIVELAZIONE INTERA DELL'OPERA LORO SARÀ POSTUMA.
NON È FORSE L'ARTE L'ANNUNZIO DELL'AVVENIRE E LA VITA DEL PASSATO VISTI CON
LO SGUARDO DELLA PERENNITÀ?
REMBRANDT: SPIRITO NORDICO FASCIATO D'OMBRA: FIGLIO DEL BUIO È UN CERCATORE
DI LUCE. AVIDAMENTE, CON GESTO GIGANTE, NE STRAPPA AL GIORNO INTRAVISTO PER
FARNE DONO VIOLENTO ALLA PROPRIA NOTTE. ALFANO: CUORE MEDITERRANEO FATTO DI
CHIARITÀ: FIGLIO DELLA LUCE È UN ASSETATO DI BUIO. EGLI LO CHIEDE AL MISTERO
DEI VOLTI UMANI E NE FA UN MARE D'OMBRA NEL SUO MARE DI SOLE.
REMBRANDT ED ALF ANO POSSONO PURE AFFRATELLARSI, MA PER MADRE CONTRARIA. IL
FUTURO BIOGRAFO DI ALFANO, CHE DOVRÀ NECESSARIAMENTE ESSERE TENACE
COLLEZIONISTA DI BIZZARRIE, TROVERÀ UN FILO SEGRETO CHE UNISCE QUESTO
MACIGNO CALABRESE - RICCO DI CERTE ELEMENTARI MOLLEZZE LEVANTINE - AD ALTRI
CREATORI DI MODERNITÀ: BAUDELAIRE, PER ESEMPIO. COME IO CREDO CHE BEETHOVEN
AVREBBE DATO LA SUA PIU' OSCURA SINFONIA A CHI, COMPRENDENDO, GLI DONAVA
QUEL "CONCERTO ", IL QUADRO DI ALFANO DOVE LA CARNE DEGLI UOMINI SI È
CONFUSA CON L'ONDA DI MUSICA NATA DALLE DITA TRASPARENTI. È PUR CERTO CHE
FRATE FRANCESCO DI PAOLA AVREBBE ACCOLTO SORRIDENDO, PRIMO ED ULTIMO TRA I
SUOI MINIMI, IL SUO CONTERRANEO UMILE E SUPERBO, CASTO E SENSUALE, IN LOTTA
CONTINUA TRA LA LUCE CH'È SUA ED IL BUIO CHE LO TENTA. L'ARTE DI ALFANO
VIVRÀ DI UNA VITA TUTTA SUA. LA "NOVITÀ ", LO "SCONOSCIUTO" CHE LE SCUOLE
HANNO TENTATO STRAPPARE AL SECOLO DELLA MACCHINA SONO REALTÀ IN QUESTO
PITTORE ANTISCOLASTICO, QUESTO POSTUMO IN AVANGUARDIA ".
ALFANO MI SEMBRAVA FELICE. AVEVA IL DIRITTO DI ESSERE FELICE. INVECE, POI MI
ACCORSI, VASTE NUBI, GROSSI RANCORI, UN MONDO DI GIORNI PERDUTI OSCURAVANO
LA SUA CALMA.
LA PIU' GRANDE TRANQUILLITÀ, FORSE, È QUELLA DI FARE DEL PROPRIO CUORE UNA
GOCCIA DEL MONDO. CHI GIUNGERÀ A QUESTA GRAZIA? CHI E COSA AVEVANO FERITO
ALFANO NEI PRIMI QUARANT'ANNI DI COMBATTUTA VITA ROMANA? QUALCOSA ERA
AVVENUTO, DOPO LA STUDENTESCA PARTENZA ALL'ALBA DEL NOVECENTO.
ROMA ARTISTICA VERSO LA PRIMA GUERRA MONDIALE SI SVILUPPAVA INTORNO ALLE
COLONNE, GLORIOSO PORTICO, DELLA TRADIZIONE ITALIANA MATURATA NELLA SECONDA
METÀ DELL'OTTOCENTO IN PITTORI E SCULTORI DI SANA E CHIARA POTENZA CREATIVA.
LE CORRENTI DI CRITICA D'ARTE CHE NON RIESCONO A GUARDARE E A SCOPRIRE TUTTO
IL MONDO IN UNO SPICCHIO DEL MONDO, ANCHE LORO SPICCHIO PATRIO, HANNO
DEFINITO QUEL LIMPIDO STUOLO DI PITTORI COME LA " PROVINCIA D'ITALIA ".
DIFENDERE QUESTA PROVINCIA, PER CERTI FIGLI STESSI DI QUESTO GRAN CEPPO
ITALIANO, SIGNIFICA OGGI CULTURA IGNORANTE. MA - CONTRO LA POCA SE NON MALA
FEDE DI TALI CORRENTI - POSSIAMO RISPONDERE CHE PUR TENENDO IN CAPO AL
LETTO, COME IO TENGO, " LA CAROVANA " DI VINCENT VAN GOGH SI DEVE
RICONOSCERE UNA UGUALE VALIDITÀ, PER I FINI PERENNI DELL'ARTE TRA TUTTI GLI
UOMINI, ALLE OPERE RAGGIUNTE E COMPIUTE DA QUESTA PROVINCIA-MONDO.
ANDREA ALFANO SI SCONTRÒ IN QUESTO DRAMMA, SE NE CARICÒ LE SPALLE E LE
SPERANZE. DECISE IN CUORE CHE SI DOVEVA FARE A MENO DI RECARSI OLTRE LE
ALPI. CHE IL PORTICO DOVEVA CONTINUARE CON PURE PIETRE INDIGENE. CHE
BISOGNAVA IGNORARE LA SUPREMA LEZIONE DI COLORE E DI DIVISIONI SPAZIALI
DETTATA DAI MAESTRI CONVENUTI IN FRANCIA NELL'OTTOCENTO. DI QUESTO
DRAMMATICO DISSIDIO EGLI EBBE CONTINUA COSCIENZA. QUANDO GLI ATTUALI
RIPRODUTTORI DELLA NON ASSIMILATA LEZIONE DATA AL MONDO DA QUEL SANTO GRUPPO
DI EUROPEI CONVENUTI A PARIGI, QUANDO QUESTA TARDIVA AVANGUARDIA NON ERA
NATA O - PUR SAPENDO DELL'ESISTENZA DI CÈZANNE E DEGLI ALTRI APOSTOLI -
GODEVA E OBBEDIVA AL NOSTRANO NOVECENTISMO DI STATO, QUEST'UOMO ALFANO IN
SILENZIO VIVEVA IL SUO DRAMMA CONSAPEVOLMENTE RINUNCIANDO AL MESSAGGIO DI
OLTRALPE. I SUOI COETANEI ITALIANI, ESCLUSA L'ESPERIENZA DI DE CHIRICO CHE
NEL MOMENTO METAFISICO INTENZIONALMENTE VOLLE PARTIRE DALLA FRANCIA
MATERNAMENTE COSMOPOLITA, NON HANNO AGGIUNTO ALCUNA PAROLA INNOVATRICE ALLA
LINEA TRADIZIONALE DELLA NOSTRA PITTURA. ALFANO INVECE HA TENTATO IN MEZZO
SECOLO DI LAVORO DI AGGIUNGERE QUALCOSA ALL'AVVENIRE DELL'ARTE ITALIANA. E,
PER CHIARIRE IL DISCORSO, È NECESSARIO DIFFERENZIARE QUESTA STORIA DI UN
UOMO E DI UN ARTISTA DALLE PARALLELE CRONACHE DEI MAESTRI D'ACCADEMIA
VIVENTI NELLA STESSA GENERAZIONE.
IL DRAMMA, IN QUARANTA E PIU' ANNI, EBBE GIORNI, ANNI DI SCONFORTO E DI
CRUDELTÀ. LE TRACCE SONO NEI QUADRI DI QUESTA LUNGA OPERA COSTRETTA AD UN
SOLENNE MONOLOGO CON LA PROPRIA COSCIENZA, FIGURATIVAMENTE CON LA PROPRIA
IMMAGINE. È COSI' SPIEGATA LA LUNGA LINEA, FORSE CENTINAIA, DI TORMENTATI
AUTORITRATTI. MEZZO SECOLO DI CONFESSIONE, DI SCOPERTA DI SE MEDESIMO.
IN MOMENTI EGLI EBBE LA TENTAZIONE DELLA PAROLA COME FATTO D'ARTE. PENSÒ ED
ATTUÒ LA POESIA COME UNA PRECISAZIONE DELLE PROPRIE VISIONI. È UN FUOCO
CHIUSO CHE IN QUEI GIORNI DI CALICE AMARO DUBITA DELLE PROPRIE FIAMME E SI
CHIUDE ANCORA INNALZANDO FINO ALLO SPASIMO DI UN'AUTOCROCIFISSIONE LA
VOLONTÀ DI ESPRIMERSI, DI CREARE. IL DUBBIO, FENOMENO DI PENSIERO, NELLA
FERREA TEMPRA E NELLA PREPARAZIONE RAGIONANTE DI ALFANO ACCENTUA LA PAURA
DELLA MORTE PERCHÉ QUESTA TOGLIE ALL'OPERA POSSIBILITÀ DI COMPLETARSI. CON
RICHIAMI CHE RICORDANO CERTE CORALI MONOTONIE DI DOSTOJEVSKI O DI BEETHOVEN
- FORSE CON SOPRAVVENTO SULLA PITTURA COME PITTURA - L'OPERA DI ALFANO SI
ALLINEA IN ANGOSCIOSI INNI ALLA MORTE, PERCHÉ QUESTA, CHE VIENE, NON VENGA.
PERSINO TANTI RITRATTI DI GIOVANI DONNE HANNO NELLA BOCCA QUESTA PREGHIERA
ALLA MORTE.
DOPO FU ANCORA GIORNO: IL RITORNO ALLA PICCOLA PATRIA, GLI AUTORITRATTI SU
FONDI LUMINOSI, UNA RISCOPERTA DI SE STESSO E DEI PROPRI MEZZI PITTORICI. MI
SCRISSE DA CATANZARO, IN UNO DEI SUOI VIAGGI CALABRESI NEL 1941-42: " PARTO.
OH AZZURRITÀ DELLA MIA LIBERAZIONE! "
SI CONCLUSE TUTTO UN SOGNO DI PITTURA IN PICCOLI SPAZI DI TELA RIEMPITI DI
INFINITO, DI COLORE, DI CANTI, DI PITTURA, SOLO PITTURA.
E NACQUE IN CALABRIA QUESTA LIETA VERITÀ.
PER ALF ANO L'AVVENIRE DIRÀ DEFINITIVAMENTE, MA FIN DA ADESSO NON SBAGLIAMO
CONSTATANDO QUEL BRIVIDO DI FATTO NUOVO CHE LA PRODUZIONE DELLA SUA MATURITÀ
TRASMETTE A CHI, CON SENTIMENTO DI GRAZIA E DI BUONA FEDE, SI AVVICINA A
QUELLE SUE FIGURE UMANE RICAVATE DA UN DANNATO E, PER IL SUO SACRIFICIO
D'ARTISTA, REDENTO MONDO D'ANIME, A CERTI SUOI BRANI DI PAESAGGIO DOVE MARE
E NUVOLE E MONTAGNE DIVENTANO VIAGGI VERSO " L'AZZURRITÀ DELLA LIBERAZIONE
". LA SALDA PERSONALITÀ DI ALFANO SI AVVANTAGGIA PROPRIO DI QUESTA AZIONE DI
SCAVO NELLA PSICOLOGIA UMANA E DELLA VIOLENZA DI FANTASMI SULLA REALTÀ DEL
PAESAGGIO.
MA PUÒ COESISTERE UNA PITTURA D'ANIME INSIEME ALLA CONTEMPORANEA PITTURA
COLORE SOLO COLORE? SI DEVE RISPONDERE DI SI PERCHÉ INFINITE SONO LE VIE
DELL'ARTE, E NON GIUDICABILI PRIMA DELLE ULTIME CONCLUSIONI.
QUESTA È LA VITA DEL PITTORE ANDREA ALFANO.
IL RACCONTO DI QUESTA VITA RIVENDICA UNA POSIZIONE DI EROISMO. IL RESTO A
DOMANI. QUANDO SARANNO RACCOLTE LE GOCCE DEL MONDO.
DA ANDREA ALFANO DI CIPRIANO E. OPPO E GIUSEPPE SELVAGGI.
EDIZIONI ESA, ROMA 1950. (NELLO SCRITTO È INSERITA UNA NOTA GIÀ IN SUD,
COSENZA, 19 GIUGNO 1944).
|