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L' Episcopio ( Vescovado )

Fra i più antichi superstiti d' architettura civile che decorano la città di Castrovillari, degno di interesse è il palazzo fatto costruire dai vescovi di Cassano. La data di origine non è certa, tuttavia la si può supporre tra il XII ed il XIII secolo. Presentare il palazzo nella sua primaria costruzione, non è possibile, varie e continue furono le trasformazioni subite nel tempo. Si può affermare però che ogni vescovo, tenendo presente la grande importanza del palazzo, ebbe cure particolari per esso. Monsignor Marino Tomacello, appartenente alla famiglia del pontefice Bonifacio IX e che resse la Cattedrale di Cassano dal 1485 al 1510 ( tempo in cui fu avvelenato in Cassano ed il suo cadavere miseramente trascinato per le vie della città ) di molto ampliò il Vescovado di Castrovillari ed il vescovo mons. Gennaro Fortunato vi spese per migliorarlo ed abbellirlo, tredicimila ducati. L' Episcopio aveva la sua chiesa sita ad oriente ma compresa nella costruzione, non distaccata come si vede oggi: S. Maria la Nova o la Novella. Un tempo questa chiesa era stata anche parrocchia. Castrovillari ne contava moltissime; a circa venti ascendevano nei secoli XIII e XIV , col tempo esse vennero ridotte. Vi esercitava le funzioni di parroco l' abate del Monastero di San Basilio Craterete, uno dei sette abati mitrati della diocesi, quindi era officiata da monaci greci. Soppressa l' abbazia nel 1468, le rendite furono aggregate alla mensa vescovile e la suddetta parrocchia cominciò a dirsi parrocchia vescovile, fino a che fu incorporata in quella di San Giuliano. In questa chiesa ebbe sepoltura < l' Illustrissimo e Reverendissimo > Giulio Giuseppe Caracciolo, vescovo nel 1570. Il Palazzo Vescovile ( Vescovado ), nel passato più volte ospitò i vescovi, i quali lo preferivano come loro sede, questa loro tendenza anche a preferire le dignità sacerdotali castrovillaresi, provocò non pochi risentimenti e fatti violenti. Essendo morto il decano della cattedrale D. Giovanni Leonardo Affatatis, il vescovo del tempo mons. Giov. Battista Serbellone, milanese cugino di Pio IV, nominò decano il rev. D. Francesco Affatatis di Castrovillari. Il 22 dicembre 1567, il detto D. Francesco doveva prendere possesso del decanato nella Cattedrale di Cassano per mano del vescovo, i  cittadini non solo disprezzarono l' ordine del vescovo ma anche: " irato animo ", scrive il Maradei " et diabolicu spiritu istigati congregati in numero copioso ... fuit repertus nares et os habere contusos cum magna sanguine effusione ". Fu necessario ricorrere alla Sagra Congregazione per far rientrare il vescovo in Cassano. Alcuni autori castrovillaresi intenti a celebrare le glorie della loro terra affermarono arditamente che Castrovillari fu sede di vescovo prima di Cassano asserendo che la sede vescovile trovavasi in Sifeo ( Sassone ) e che distrutta questa città o se vogliamo seguire alcuni autori trasferitasi a Castrovillari, ebbe tale luogo l' onere di vescovado di cui fu privata dopo che ricevette dai saraceni una terribile scossa. Dicono ancora che per questo motivo negli antichissimi diplomi dei vescovi di Cassano si legge: Episcopas Saxomenis et Cassanesis. Gio Leonardo Tufarelli adotta questa opinione nella sua opera sulla Sagnia, pubblicata in Cosenza presso Luigi Castellano l' anno 1599. Il canonico Antonio Minervini nel suo scritto La chiesa vescovile di Cassano, confutò le affermazioni suddette, dimostrando chiaramente l' errore in cui era caduto il Tufarelli, poichè il documento sul quale questi si basava non era del 1243 bensì del 1101, anno in cui era vescovo di Cassano Sasso o Sassone. La questione rimane interessante ma certo se non usciranno nuovi documenti questa tesi non può essere seguita. L' Episcopio ospitò per un certo tempo anche le Clarisse, nel passaggio dal vecchio al nuovo convento, quando i vescovi nel 1800, cominciarono a trascurarlo venne adibito a vari usi e per molto tempo venne lasciato nel più totale abbandono, cause che contribuirono alla sua parziale rovina.